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Non avrei mai immaginato di imbarcarmi insieme alla persona che amo in un'impresa simile: tanto tempo, tanti soldi e tante rinunce, ma quando vedi le tue opere crescere, ti dimentichi tutto.. Realizzare qualcosa che ti appartiene più nell'anima che come oggetto, ti rende sicuramente una persona più contenta della tua vita. Certamente non è sempre rosa e fiori ma con l'aiuto di chi ti ama le difficoltà passano via veloci

lunedì 29 novembre 2010

Recupero legnami antichi

Una veloce guida su come recuperare i legnami da costruzione antichi e riutilizzarli nelle costruzioni.




A seguito della mia esperienza personale e dei consigli che ho ricevuto sono arrivato alla conclusione (abbastanza ovvia) che i legnami vecchi, se non opportunamente trattati, risentono di due fattori che ne pregiudicano l'efficienza e ne impediscono l'utilizzo come parti portanti delle strutture:
umidità e i tarli.
Prima però di fare qualsiasi trattamento o lavorazione al nostro legno dobbiamo eliminare capillarmente qualsiasi chiodo, clanfa, staffa o parte in metallo in esso. Non fidatevi solo della vostra vista ma usate piuttosto gli strumenti cerca-metalli (vanno benissimo quelli economici da brico io ne ho uno comprato alla LIDL!); altrimenti vi accorgerete a vostre spese quanto sia poco piacevole rompere le lame degli attrezzi contro quel maledetto pezzo di chiodo rimasto nascosto proprio lì...
Per togliere i chiodi aiutatevi con le tenaglie o con gli strumenti appositi tipo questi


Si può scegliere di sabbiare, spazzolare o solo carteggiare le superfici; queste lavorazioni oltre a caratterizzare esteticamente illegno permettono ad esso di assorbire meglio i trattamenti
Carteggiare il legno manterrà le superfici più o meno lisce ma non metterà in risalto le venature come glia ltri due procedimenti.
La sabbiatura è un procedimento con il quale, per mezzo di sabbie di diversa grana proiettate per mezzo di aria compressa, si asportano via le parti più "tenere" del legno e si mettono in risalto le venature.
La spazzolatura, a mano o per mezzo di macchine apposite, produce un risultato simile a quello dello della sabbiatura.
Allora come decidere tra sabbiatura e spazzolatura?

Il costo 
se non si opta per le spazzolatrici ma si esegue una spazzolatura sommaria il costo si riduce a quello delle spazzole; io personalmente ho acquistato una spazzolatrice Rupes spendendo circa 400€ ma devo dire che per la quantità di lavoro che devo eseguire e per il risultato che si ottiene sono soldi ben spesi.
Utilizzare una sabbiatrice implica avere un compressore abbastanza capiente (che costa) ma in un cantiere è facile che questo serva anche per altro, l'attrezzo per sabbiare costa circa 30€ e la sabbia circa 6€ al sacco.
Da questo punto di vista sembra che convenga la sabbiatura.

La difficoltà
Premettendo che per ottenere un buon risultato non bisogna gettarsi a capofitto sul pezzo che dobbiamo rifinire ma è sempre meglio fare delle prove su dei pezzi di scarto o su delle superfici che non saranno in vista.
Eseguendo il lavoro con la spazzolatrice possiamo regolare per mezzo della guida la profondità finale alla quale porteremo le venature e possiamo tenere quindi più facilmente sott'occhio il lavoro.
Con la sabbiatrice dobbiamo allenarci parecchio perché indugiare troppo in un particolare punto ci farebbe letteralmente scavare il legno rovinandolo.
Con la spazzola è decisamente più facile se si lavora a terra mentre se si lavora in opera il discorso volge a favore della sabbiatrice.

Il risultato
Come detto se non si sa dosare la grana della sabbia e le passate con la sabbiatrice si possono fare grandi danni in particolar modo su legni tarlati dove oltre a risaltare le venature facciamo letteralmente esplodere i canali scavati dai tarli.
Con la spazzola d'acciaio satiniamo il legno, ne portiamo fuori il cosiddetto "pelo" che è quella sottile peluria che emerge a volte anche quando si pittura, per toglierlo e rendere la superficie "morbida e liscia al tatto si utilizza un'ulteriore spazzola di nylon che appunto liscia e asporta il "pelo".
La spazzolatrice da questo punto di vista non ha rivali.

Fatto ciò si può cominciare a "curare il legno dalle "malattie".
Per l'umidità possiamo fare ben poco ma per i tarli, esistono parecchi prodotti.
Esistono quelli che "gasano", creano cioè un gas che uccide i tarli presenti ma difficilmente eviterà che questi vi ritornino.
Esiste invece un tipo di antitarlo che avvelena i tarli per ingestione, il discorso è un po' lunghetto, visitate il loro sito, sono molto esaustivi: si chiama Timpest, il tipo (se a solvente o acqua decidetelo voi).
Non lesinate con le dosi, i legnami vecchi non trattati ne assorbiranno parecchio, soprattutto sulle parti terminali.
E visitate il loro sito, è pieno di utili info sui loro prodotti e sui tarli!


Ora è il momento di decidere che aspetto finale dare al vostro legno, nel caso in cui sia conservato bene e a seguito delle operazioni precedentemente descritte non ci siano differenze cromatiche sostanziali si può optare per un impregnate neutro, se invece volete "pareggiare" il colore dovrete usare un impregnante con tinta il mio consiglio è di non utilizzare colori troppo "forti".
La scelta che ho fatto nell'ultimo lavoro a casa e che utilizzerò per fare tutte le teste delle travi del tetto di casa è l'impregnate Sikkens Cetol

Questa è la mia esperienza fin'ora a presto...ah e non esitate a fare domande o a dare suggerimenti.


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